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Comunità Pastorale S.Paolo VI

Pierre e Mohamed | 

Spettacolo teatrale

 

 

 

Amicizia, dialogo, martirio, islam e cristianesimo.
Dopo oltre 1.700 repliche in 11 Paesi del mondo il monologo teatrale sul vescovo cattolico e il giovane musulmano uccisi insieme in Algeria arriva in scena venerdì 23 Ottobre a San Giuliano Milanese, nella chiesa di Zivido.

 

 

 

 

 

Arriva a San Giuliano Milanese il monologo teatrale Pierre e Mohamed dedicato alla vicenda di Pierre Claverie, vescovo di Orano, e di Mohamed Bouchikhi, giovane musulmano, amici e uccisi nello stesso attentato il 1° agosto 1996 in Algeria. Dopo le oltre 1700 repliche svoltesi in 11 Paesi del mondo, lo spettacolo si tiene venerdì 23 Ottobre alle ore 21 a San Giuliano Milanese nella chiesa di Santa Maria in Zivido (via Gorky 43 – ingresso libero, fino ad esaurimento posti) nell’ambito della Festa Patronale della città, che quest’anno ha per titolo: “Sapienza. L’arte per vivere”.

Lo spettacolo, scritto da Adrien Candiard, domenicano, teologo e islamologo residente al Cairo, è stato messo in scena da Francesco Agnello, regista e musicista, e interpretato dall’attore veronese Lorenzo Bassotto. Il monologo si presenta come l’alternarsi delle due voci dei protagonisti, Pierre e Mohamed. L’uno spiega il perché del legame di amicizia con l’altro. La particolarità del testo consiste nel fatto che le parole di monsignor Pierre Claverie sono autentiche perché tratte dai suoi numerosi scritti, mentre quelle di Mohamed Bouchikhi sono frutto della libera interpretazione letteraria dell’autore, Adrien Candiard.

Dal 2011 – quando lo spettacolo debuttò al prestigioso Festival di Avignone, in Francia – sono state realizzate oltre 1700 repliche. Da quella data il monologo teatrale (dalla durata di un’ora, con accompagnamento musicale dello stesso Agnello) ha letteralmente girato il mondo, visto che è stato rappresentato in 11 Paesi del mondo: oltre alla Francia, Algeria, Egitto, Israele, Turchia, Territori palestinesi, Turchia, Libano e altri. Il monologo è stato messo in scena nelle più diverse situazioni: festival teatrali, moschee, ospedali, carceri, scuole, cattedrali, …

«Il messaggio universale di amicizia e di solidarietà fra persone di fedi diverse contenuto nel testo è il suo messaggio più profondo e attuale» spiega Lorenzo Fazzini, direttore di Editrice missionaria italiana, casa editrice con sede proprio a Villa Buri, che ha pubblicato il testo dello spettacolo nell’omonimo testo (Adrien Candiard, Pierre e Mohamed. Algeria, due martiri dell’amicizia, Emi 2018, pp. 88, euro 9.50), e che organizza lo spettacolo in Italia (su www.emi.it il calendario in aggiornamento delle altre date in programma). «Adrien Candiard ha scritto un monologo veramente toccante che ha colpito migliaia di persone perché parla dell’amicizia profonda e vera tra un cristiano e un musulmano, i quali sapevano di andare incontro alla morte proprio perché amici».

Entusiasta di portare in scena Pierre e Mohamed è l’attore veronese Lorenzo Bassotto, che così spiega l’alternarsi dei personaggi da lui interpretati, il vescovo cattolico Pierre e il giovane musulmano Mohamed: «Le loro voci alla fine si confondono e il pubblico non distingue più chi è l’uno chi è l’altro, perché sono la stessa cosa». Francesco Agnello, regista e musicista, aggiunge: «Per me Pierre e Mohamed non è uno spettacolo, è una missione. Fondamentale è l’idea di monsignor Claverie: io, cristiano, non sono qui per cambiare te, musulmano, ma per ascoltarti ed arricchirmi. Questo fa sì che ad ogni replica gli spettatori credenti e non, cristiani e musulmani, escano entusiasti e più propensi al dialogo».

Numerosi i fatti che indicano come Pierre e Mohamed sia un evento di dialogo fecondo e positivo tra credenti cristiani e islamici. A Lille, per esempio, in Francia, due sorelle – una cattolica, l’altra diventata musulmana – non si sono parlate per anni. Finché hanno visto causalmente insieme lo spettacolo Pierre e Mohamed, e la notte seguente sono state sveglie per raccontarsi reciprocamente la loro scelta religiosa e riallacciare i rapporti. Un detenuto omosessuale, in Francia, ha dichiarato, dopo aver visto la pièce: «Mi augurerei che lo stesso sguardo possa essere rivolto a me». A Marsiglia, a seguito della messa in scena del monologo, gli spettatori si sono fermati sul piazzale della chiesa dove era avvenuta la rappresentazione e spontaneamente si sono formati dei gruppi di amicizia islamo-cristiani e di solidarietà fattiva: credenti musulmani e cristiani da quella sera insieme realizzano opere di volontariato a favore dei più poveri.